La scena si apre su quella che potrebbe sembrare una normale hall di un altrettanto normale hotel. Teodoro, l’addetto alla reception, intrattiene gli ospiti, organizza e coordina i nuovi arrivi. Gli ospiti sono diversi tra loro per età, carattere ed estrazione sociale: una coppia di anziani coniugi, uno sportivo (alpinista) e una giovane suora. Sembra che non ci sia nessun motivo perché delle persone così diverse tra loro condividano lo stesso hotel per un soggiorno più o meno breve, ma la ragione c’è. Ben presto si scopre che non ci troviamo in un hotel, ma in un’ipotetica stazione di transito dell’aldilà. Gli ospiti sono tutti morti di morte violenta e sono in attesa di essere assegnati ad una nuova nascita; il tutto avviene in un’atmosfera che si presta a situazioni ironiche e divertenti. Gli stessi ospiti scopriranno di aver vissuto altre vite (ognuna delle quali finita in maniera violenta) nelle quali si erano già incontrati. Giunge un nuovo ospite che non riesce a rendersi conto della nuova realtà nella quale venuto a trovarsi. Non si rende conto di essere morto e la sua morte violenta è diversa da quella degli altri: è un suicida. Agli ospiti viene affidato un compito: devono far prendere coscienza al nuovo arrivato del suo nuovo stato e far sì che si penta del gesto che ha compiuto. Se riusciranno in questa impresa, a tutti (suicida compreso) sarà permesso di rinascere. Il tentativo, attraverso situazioni a volte paradossali, riuscirà. Qualche uomo rinascerà donna, chi si odiava in una vita precedente magari si sposerà, in ogni caso tutti si incontreranno nuovamente nella vita che verrà. Teodoro, l’esperto receptionist, rivelerà di non essere mai nato e a lui verrà data la possibilità di nascere per la prima volta. Emozionato, chiede che sensazione si prova a nascere. Gli viene risposto: É come tuffarsi in un grande, immenso e caldo mare blu, blu cobalto.
Ettore Imparato
in lavorazione
Commedia in due atti di Ettore Imparato